Il forno fa saltare la corrente?
Ecco cosa fare se il forno fa saltare la corrente
Quando accendete il vostro forno fa saltare la corrente? Allora molto probabilmente il problema è legato al malfunzionamento delle resistenze, ovvero le responsabili del riscaldamento e della cottura.
Dovete sapere che ogni forno può avere due o anche tre resistenze:
- Resistenza cielo o superiore
- Resistenza circolare o centrale
- Resistenza inferiore
Se c’è una dispersione di calore all’interno del forno, dovuta al danneggiamento anche di una sola delle tre resistenze che fanno scattare il salvavita con il risultato che il forno fa saltare la corrente. Questo succede per esempio quando non utilizzate l’elettrodomestico per molto tempo.
ATTENZIONE Staccate la presa dell’elettrodomestico dalla corrente prima di fare qualsiasi intervento anche su parti che non vi sembrano coinvolte all’energia elettrica!
- Infilatevi dei guanti di gomma resistente (non usate quelli con cui lavate i piatti perché sono molto sottili e non vi proteggerebbero da eventuali tagli).
- Se dovete lavorare su un forno ad incasso dovrete opportunamente tirarlo fuori dal suo alloggiamento e poggiarlo su un piano stabile
- Procuratevi un cacciavite e togliete il pannello posto sul retro del vostro forno svitando le viti che trovate ai quattro angoli della struttura.
- Ora potete vedere e agire sui contatti delle resistenze
- Utilizzate il vostro cellulare per fare delle foto in modo tale da poter ricollegare correttamente i fili dei contatti
- Procuratevi un Tester per individuare quale delle resistenze è causa della dispersione – collocate uno dei puntali della macchinetta (Tester) sul contatto di terra e l’altro sul contatto della resistenza. Fate attenzione affinché il Tester sia messo al massimo della scala
- Nel caso in cui il Tester indichi lo zero la resistenza è a posto, ovvero non si è danneggiata; se in caso contrario il Tester segni una qualsiasi misura diversa dallo zero vi trovate di fronte ad una evidente dispersione di calore e dovrete procedere alla sostituzione della resistenza danneggiata
Il condizionatore emana cattivo odore?
Il condizionatore emana cattivo odore? Piccola guida per risolvere il problema
Il condizionatore d’aria per sua natura tende ad accumulare una grande quantità di pulviscolo, polveri, sporco e batteri; non c’è quindi da stupirsi se il condizionatore emana cattivo odore.
Se nonostante l’utilizzo secondo le regole prescritte dal manuale d’uso il condizionatore emana cattivo odore in tutta la casa è ora di passare all’azione con prodotti naturali e uno spray igienizzante da acquistare o preparare direttamente in casa.
Ecco le mosse da fare per fare in modo che il vostro condizionatore smetta di emanare cattivi odori.
1-Pulire i filtri
Se il condizionatore emana cattivo odore potrebbe essere colpa dei filtri che hanno raccolto troppa polvere e sostanze maleodoranti.
La prima cosa da fare è quindi quella di aprire lo sportello centrale del condizionatore e, seguendo le indicazioni del manuale d’uso, smontare i filtri.
Pulite i filtri con il getto d’aria di un compressore o con un getto d’acqua e una spugna imbevuta in acqua e aceto.
Asciugateli con molta attenzione e rimontateli nell’apposito spazio all’interno del condizionatore.
2-Utilizzare bombolette igienizzanti
In farmacia o nei negozi specializzati potete acquistare delle bottigliette spray purificanti che combattono i batteri e igienizzano l’aria.
Lo stesso risultato si può ottenere realizzando direttamente in casa uno spray igienizzante e profumato a base di acqua, succo di limone e bicarbonato.
Una volta collegata la corrente e acceso il condizionatore le ventole manderanno in circolo questa miscela, distribuendo in tutto l’ambiente una piacevole profumazione naturale.
3-Realizzare sacchetti profumati
Se il condizionatore emana cattivo odore ma non volete intervenire direttamente sull’apparecchio potete preparare un sacchetto di tela contenente sostanza naturali come fiori secchi e batuffoli di ovatta imbevuti del vostro olio essenziale preferito e appenderli accanto al condizionatore.
Azionando il condizionatore la piacevole fragranza contenuta nei sacchettini verrà diffusa in tutto l’ambiente, rendendolo più salubre e profumato.
4-Controllare il livello di gas
Se più che un cattivo odore qualunque avvertite un odore di gas, molto probabilmente il condizionatore ha esaurito la scorta di freon, il gas refrigerante necessario al raffreddamento dell’apparecchio.
In questo caso è necessario procedere alla ricarica del gas refrigerante e tutto tornerà nella norma.
5-Verificare l’accumulo della condensa nello split
Quando il condizionatore emana cattivo odore potrebbe essersi verificato un accumulo di condensa all’interno dello split, determinato da ostruzioni alla scarico.
La soluzione a questo punto è quella di pulire lo split e controllare anche in seguito eventuali accumuli di condensa al suo interno.
Nello split e nell’area retrostante i filtri potrebbero riscontrarsi tracce di muffa per la quale sarà utile intervenire con sgrassatori e prodotti antibatterici.
In alcuni casi è possibile che si verifichi un accumulo di calcare, ma in questa circostanza sarà meglio affidarsi all’intervento di un tecnico esperto.
Se nonostante tutti questi passaggi il condizionatore emana cattivo odore il problema potrebbe essere più grave e potrebbe rendersi necessaria la sostituzione dei filtri o di altri elementi interni all’apparecchio da parte dell’assistenza.
Detersivo fatto in casa per la lavatrice
5 ricette per un detersivo fatto in casa per la lavatrice
Risparmiare soldi, spendere un po’ del vostro tempo, guadagnare in salute? Se seguirete questi consigli lo potrete fare in modo semplice e divertente, producendo, da soli, per la vostra lavatrice il detersivo fatto in casa.
Niente più pruriti, niente più sorprese, niente più danni all’ambiente, al bucato e alla lavatrice.
- 1. Sapone di Marsiglia
Ingredienti:- Sapone di Marsiglia – controllate l’etichetta e verificate che sia fatto solo con olio di oliva (Sodium Olivate) e non ci siano Sodium Palmate, Sodium Palm kernelate (grassi vegetali saponificati derivanti da palma e da noccioli di palma) e Sodium Tallowate (grasso animale ottenuto dalla macellazione dei bovini altrimenti detto sego bovino). Se conoscete una buona e affidabile erboristeria quello è il posto giusto dove acquistarlo
- Acqua
- Bottiglietta di vetroGrattuggiate il vostro prezioso pezzo di sapone di Marsiglia veramente ecologico ricavando almeno un etto di polvere o scaglie. Fate bollire dell’acqua e, dopo averla fatta riposare per eliminare il calcio in eccesso, versatela (senza far cadere anche il deposito di calcio che vedrete sul fondo) in una ciotola dove avrete precedentemente messo la polvere di sapone. Girate bene con una paletta e conservate in una bottiglia di vetro. Ricordatevi di agitare sempre bene ogni volta prima di utilizzare il vostro prodotto -circa mezza tazza a lavaggio.Questa ricetta è sicuramente la più tradizionale ed economica e lascerà, i vostri indumenti e la vostra biancheria, con quel profumo dei tempi antichi che a tanti di voi ricorderà l’abbraccio dei nonni.
- 2. Acqua ossigenata
Ingredienti:- acqua ossigenata a 130 volumiUtilizzate questa ricetta per ottenere un risultato ultra sbiancate, nonché un ottimo detersivo fatto in casa. Diluite 3 grammi di acqua ossigenata a 130 volumi chilo di biancheria avviando un ciclo di lavaggio con una temperatura minima di 60 gradi; lasciate i panni in ammollo per almeno mezz’ora. Provvedete poi ad un risciacquo, utilizzando qualche goccia di olio essenziale della profumazione che più preferite.
- 3. Bicarbonato di sodio
Ingredienti:- Bicarbonato mezza tazza
Anche questa ricetta è dedicata a quanti di voi amano l’effetto super bianco con anticalcare incluso. Potete usare il bicarbonato sia come detersivo che come ammorbidente, imbattibile per il suo ph perfetto.
- Bicarbonato mezza tazza
- 4. Carbonato di sodio
Ha lo stesso potere del bicarbonato ma è più alcalino e quindi anche corrosivo. Va utilizzato solo per tessuti molto robusti, tipo tute da lavoro sporche di grasso, con estrema attenzione. - 5. PercarbonatoPerfetto come igienizzante già a 30°, questo è un ingrediente per un detersivo fatto in casa che non si trova facilmente (potete cercare su internet o negozi bio specializzati) ma di sicura efficacia. Senza enzimi, profumi, sbiancanti inquinanti (cosiddetti ottici), migliora la riuscita del lavaggio anche in presenza di acque dure rispettando anche i tessuti più delicati.
Pulire il forno a microonde in modo naturale
Pulire il forno a microonde in modo naturale? Ecco come fare
Il forno a microonde è uno degli elettrodomestici che ha maggiormente rivoluzionato le nostre giornate; con i ritmi frenetici che tutti noi viviamo ogni giorno, rappresenta spesso la soluzione perfetta per una cena veloce che accontenti tutta la famiglia.
L’uso frequente però lo espone a unto, macchie e incrostazioni di ogni tipo e ci pone davanti alla necessità di scoprire come pulire il forno a microonde in modo naturale.
Pulire il forno a microonde in modo naturale: i prodotti da usare
Il consiglio è quello di utilizzare sempre prodotti naturali come l’aceto, il bicarbonato e il succo di limone che sono i migliori sgrassatori e anti-odori in circolazione e non rischiano di contaminare i vostri cibi!
E’ bene infatti evitare l’impiego di prodotti industriali e sostanze chimiche potrebbero corrodere delle parti dell’apparecchio oppure, ancora peggio, lasciare delle tracce nocive all’interno del forno dopo la sua pulizia.
Ecco che i vecchi consigli delle nonne sui rimedi naturali ci tornano utili anche quando vogliamo pulire il forno a microonde in modo naturale, con prodotti che abbiamo tutti in casa.
Come pulire l’esterno del forno a microonde con prodotti naturali
- La prima cosa da fare per pulire il forno a microonde in modo naturale è quella di sciogliere in un bicchiere d’acqua un cucchiaio di bicarbonato di sodio.
- Imbevete un panno umido con questa soluzione e utilizzatelo per lavare l’esterno del forno a microonde, eliminando tracce di polvere, sporco ed eventuali aloni.
- Se lo sporco della porta e dell’esterno dell’apparecchio è più ostinato potete sostituire al bicarbonato dell’aceto di vino, ottimo sgrassatore casalingo!
Come pulire l’interno del forno a microonde con prodotti naturali
Per pulire il forno a microonde in modo naturale anche all’interno, utilizziamo ancora una volta prodotti ecologici, fatti in casa, che ci assicurano il massimo dell’igiene senza mettere a rischio la nostra salute.
Ecco i passaggi per rendere il vostro forno splendente anche all’interno:
- Riempite con acqua e aceto di vino una ciotola e posizionatela dentro il forno a microonde. Fate attenzione che la ciotola sia realizzata in materiale adatto al forno a microonde, come vetro, porcellana senza decorazioni o plastica contrassegnata dall’apposito simbolo.
- Accendete il forno a microonde e impostate il timer su 3 minuti ad una media potenza. In questo modo il vapore si depositerà sulle pareti del forno, ammorbidendo il grasso e le incrostazioni.
- Aprite il forno e con un panno in microfibra asciugate il vapore, portando via il grasso e lo sporco ormai sciolti.
- Se notate incrostazioni persistenti versate direttamente sulla macchia alcune gocce di aceto di vino assoluto; lasciate agire qualche minuto e poi raccogliete lo sporco con una spugna asciutta.
Come pulire il piatto del microonde con prodotti naturali
Anche il procedimento per pulire il piatto alla base del microonde è molto semplice, anche perché nella maggior parte dei modelli il piatto in vetro ( o in plexiglass) è estraibile.
Esso può dunque essere lavato insieme al resto delle posate e delle stoviglie, sia a mano che in lavastoviglie.
Se volete utilizzare anche in questo caso prodotti naturali, basterà immergere il piatto in un contenitore con un cucchiaio di bicarbonato e mezzo bicchiere di aceto di vino ogni litro di acqua.
Anche in questo caso, se ci sono macchie più difficili da eliminare, agite direttamente con aceto o limone lasciati agire e puliti poi con un panno asciutto.
Il panno con aceto o limone sarà utile anche per le guarnizioni e tutti gli altri elementi non estraibili come per esempio il piano rotante sotto il piatto.
Come decalcificare la lavatrice
Guida utile per decalcificare la lavatrice in modo semplice
Quante volte avrete sentito la frase il calcare è il più grande nemico della vostra lavatrice? Quante volte queste parole hanno fatto eco a pubblicità di prodotti pronti a salvare il vostro prezioso elettrodomestico da una fine sicura?
Ebbene anche se un po’ esagerata questa frase ha un fondo di verità: decalcificare la lavatrice vuol dire ottenere un pulito più accurato e assicurarsi una durata maggiore dell’elettrodomestico.
Ma quanto vi costa l’anticalcare? Può danneggiare i vostri indumenti? Potrebbe dare reazioni alla pelle dei vostri bambini?
L’ideale sarebbe poter decalcificare la lavatrice spendendo poco e con risultati interessanti per portafoglio e salute. Un sogno? Scoprirete, leggendo questi semplici suggerimenti, che il sogno può trasformarsi in realtà.
Rimboccatevi le maniche e preparatevi ad una caccia al tesoro tra le mura domestiche. Non potete immaginare quanti validi sostituti agli ingredienti pieni di additivi, spesso nocivi per la pelle, usati nei prodotti anticalcare, potrete trovare.
1. L’ACETO
Fate una tappa in cucina e curiosate nella vostra dispensa ed estrapolate la bottiglia di aceto che sicuramente avete. E ricordatevi: il migliore in questo caso è l’aceto di vino bianco o di mele.
Il suo ph naturalmente acido contribuisce a limitare i residui del detersivo meglio dell’ammorbidente.
- Trattamento d’urto
Andate e svuotate direttamente tutta la bottiglia (almeno un litro) nel cestello della vostra lavatrice.
Procedete con un programma di lavaggio ad alta temperatura, almeno 60°, e, senza carico.
L’aceto è un potentissimo anticalcare, la cui acidità naturale lo rende innocuo per le componenti degli elettrodomestici e soprattutto per la pelle.
ATTENZIONE: ricordate di effettuare l‘operazione per decalcificare la lavatrice, in serata o durante il fine settimana, quando i costi del consumo dell’elettricità sono più contenuti!
- Trattamento quotidiano
L’aceto è ottimo per decalcificare la vostra lavatrice anche in quantità inferiori purché usato ad ogni ciclo di lavaggio anche a basse temperature. Qui l’efficacia è ovviamente legata alla costanza dell’uso di questo naturale additivo.
Se utilizzerete questo semplice ed economico accorgimento, ricordatevi di versare l’aceto nella vaschetta dove mettete l’ammorbidente in modo da lasciar agire indisturbato il detersivo e dar modo all’ammorbidente di attenuare l’odore dell’aceto.
2. ACIDO CITRICO
Comprate un kg di acido citrico (acido presente soprattutto negli agrumi e venduto in granuli o polvere), e procedete come segue per decalcificare la vostra lavatrice senza inquinare e con risultati, veramente, brillanti’.
- Trattamento d’urto
Realizzate una soluzione al 18-25% con 180/250gr di acido citrico sciolto in 1 litro d’acqua e versatelo direttamente nel cestello della lavatrice ‘vuoto’. Avviate un programma ad alta temperatura come per l’aceto (vedi sopra) e ricordatevi di fare il trattamento almeno una volta al mese.
- Trattamento quotidiano
L’acido citrico può essere utilizzato anche per ogni ciclo di lavaggio al posto di uno specialissimo ed economico ammorbidente.
Preparate, in un flacone, una soluzione al 10% (o al 15% nel caso di acqua molto dura): prendete 100gr (150gr di acido citrico) e scioglietelo in 1 litro d’acqua demineralizzata.
Aggiungete, se volete, dalle 20 alle 50 gocce dell’olio essenziale che più vi piace per renderla profumata.
Versate direttamente nella vaschetta al posto dell’ammorbidente agitando bene prima di usare la vostra magica miscela.
Rimarrete molto sorpresi nel constatare immediatamente la morbidezza dei vostri capi e, nel tempo, l’assenza del calcare, del risparmio di soldi e di una forte riduzione di dermatiti e eczemi della pelle.
Il piano cottura ad induzione
Il piano cottura ad induzione. Genera calore senza scottare e senza disperdere calore
Anche se quello più diffuso è il piano cottura a gas vi sarà sicuramente capitato di vedere un piano cottura ad induzione.
Si presenta come una lastra scura, liscia e lucida sulla quale basta appoggiare le pentole per cucinare.
In questo articolo cercheremo di spiegarvi come funziona, elencandone vantaggi e svantaggi.
Sistema di alimentazione
Il piano cottura ad induzione è alimentato grazie all’energia elettrica.
Delle speciali bobine situate sotto il piano in vetroceramica generano un campo magnetico che viene trasferito alle pentole facendo sviluppare calore in modo veloce e controllato.
Quindi se decidete di acquistare un piano cottura ad induzione, dovete necessariamente prendere anche delle pentole dotate di fondo magnetico, cioè ricco di materiale ferroso.
Come è fatto
Il piano cottura ad induzione non ha piastre o fornelli, è totalmente liscio.
In genere è realizzato in vetroceramica, un materiale infrangibile e resistente agli sbalzi di temperatura.
La piastra non scotta ed è quindi impossibile bruciarsi se non nel punto in cui il piano è stato a contatto con la pentola.
Inoltre non si possono creare incrostazioni perchè il cibo che cade sul piano non brucia visto che incontra una superficie fredda.
Energia utilizzata
Il principio dell’elettromagnetismo che utilizza produce calore facendo muovere verticosamente gli atomi ferrosi del pentolame, questo rende la cottura più veloce rispetto a quella dei piani a gas e al tempo stesso diminuisce la dispersione energetica con un conseguente risparmio economico.
E’ stato stimato che che nel piano cottura ad induzione il 90% dell’elettricità si trasforma in calore mentre nelle cucine a gas la dispersione arriva anche al 60% e ne abbiamo la prova perchè quando cuciniamo l’ambiente intorno si surriscalda.
Invece quando si utilizza un piano cottura ad induzione l’ambiente circostante non si riscalda perchè la dispersione di calore è minima.
E’ conveniente acquistarlo?
In Italia la diffusione del piano cottura ad induzione è ancora scarsa e questo è dovuto al costo dell’energia elettrica.
Rispetto ad altri paesi europei le tariffe sono ancora abbastanza alte e questo scoraggia l’acquisto di questo tipo di piano di cottura.
Rispetta l’ambiente
Abbiamo già detto che il piano cottura ad induzione utilizza poca energia: in soli 5 minuti porta ad ebollizione 2 litri di acqua (i piani a gas impiegano almeno 8 minuti), non disperde il calore e si spegne da solo quando si solleva la pentola perchè viene interrotto il campo magnetico.
In questo piano cottura si può controllare con precisione la temperatura grazie a un display LCD.
Possiamo dire inoltre che è ecologico perchè in caso di impianto fotovoltaico sfrutta l’elettricità che arriva dai raggi solari.
Svantaggi
In caso di blackout non è possibile cucinare e vi sono poi delle perplessità perchè la ricerca non ha ancora stabilito se l’utilizzo dei campi elettromagnetici può essere nocivo per la salute.
Perché la lavatrice non lava bene?
Qualche consiglio utile per lavare i panni al meglio
Tirare fuori i panni per stenderli e ritrovarli sporchi e maleodoranti è proprio una brutta sorpresa. Ma non fatevi prendere dallo sconforto e se la vostra lavatrice non lava bene riportatela in riga con questi piccoli e semplici accorgimenti.
Ricordatevi sempre che per avere un bucato impeccabile non è sufficiente pensare a lavaggio ma è indispensabile che esso avvenga in un elettrodomestico mantenuto bene.
Le cause che possono generare risultati insoddisfacenti possono essere diversi legati strettamente alle componenti della lavatrice o collegati ad un vostro uso non proprio corretto.
La lavatrice non lava bene? Com’è la vostra acqua?
Fuori c’è il sole e voi vi trovate a stendere panni caratterizzati da un inguardabile colore tra il grigio e il fumè. E allora ripensate a quante volte avete sentito parlare della durezza dell’acqua. Tante volte che alla fine, però, non ci avete più fatto caso.
La vostra lavatrice invece si che ci fa caso. E spesso, molto spesso, paga le conseguenze di un’acqua troppo dura e pesante per la presenza del calcare. Comprate un kit per capire meglio che tipo di acqua esce dal vostro rubinetto e, se il sospetto troverà conferma allora il colpevole è proprio il calcare.
Tranquilli il problema è facilmente risolvibile: potreste comprare un addolcitore da collegare al rubinetto dell’acqua o aggiungere prodotti che contrastino l’azione dei minerali come anche il bicarbonato di sodio.
Il filtro che non filtra
Avete scoperto dov’è il filtro? Se la vostra lavatrice non lava bene non abbiate timore e aprite quella porticina!
Scoprirete quante cose avete dimenticato nelle tasche di giacche e pantaloni e capirete quanto sia importante verificare le cose che infilate nel cestello. Un filtro sporco e intasato dà origine, spesso e volentieri, ad un bucato veramente inguardabile.
Potrebbe anche causare un blocco totale dell’elettrodomestico che, per il mancato deflusso dell’acqua, andrebbe a sovraccaricare il motore. Il filtro, quindi, gioca un ruolo importantissimo e voi ne dovrete prendere atto trattandolo come si deve.
Avete visto che non è poi così difficile trovarlo (in baso a destra dietro uno sportellino!) e ancora più semplice è mantenerlo efficiente.
Svitatelo, rimuovetene gli intrusi e richiudete il tutto. Anche in presenza di ‘cosiddetti filtri autopulenti’ mantenete sempre la situazione sotto controllo.
La vostra supervisione è fondamentale nel mantenimento della vostra lavatrice.
Tutta colpa del detersivo
Proprio così, quando la lavatrice non lava bene il primo indiziato è proprio lui: il detersivo. Tanto, poco, scadente o costoso, sicuramente una parte di responsabilità lui ce l’ha sempre quando i tessuti non sono proprio uno spettacolo.
Sappiate che tutto, come sempre, dipende da voi: mantenetevi sempre un po’ al di sotto delle dosi consigliate (meglio poco che troppo); comprate un detersivo di qualità o provate a farlo in casa (risparmierete soldi, salute anche l’ambiente); usate la vaschetta giusta; lavate sempre la vaschetta rimuovendo bene i rimasugli di sapone; se usate la povere, scioglietela in acqua calda prima di utilizzarla e, infine, fate saltuariamente dei cicli di lavaggio ad alte temperature (magari di notte così la bolletta della luce non vi sorprenderà troppo).
Perché il forno non scalda
Piccola guida perché il vostro forno non scalda
Quando il forno non scalda, il problema può essere riconducibile al termostato, al commutatore o alle resistenze. Prima di avvilirvi e chiamare il tecnico mettetevi alla prova impiegando un po’ del vostro tempo e magari risparmiando un bel po’ di soldi.
ATTENZIONE Prima di effettuare qualsiasi riparazione, staccate la corrente elettrica, indossate dei guanti in gomma pesante e, se avete un forno ad incasso, procedete ad estrarlo dal proprio alloggiamento.
1. Il termostato
La temperatura del forno non sale quando il bulbo termico del termostato è danneggiato o si è starato e quindi c’è una notevole differenza tra la temperatura impostata e quella raggiunta effettivamente.
- Togliete il pannello superiore del forno e smontate il termostato.
- Recatevi in un negozio di ricambi portandovi dietro il pezzo da sostituire e, se possibile, il libretto delle istruzioni.
2. Le resistenze
All’interno del forno sono presenti due o tre resistenze che giocano un ruolo fondamentale nella resa di questo elettrodomestico.
- Resistenza superiore detta anche ‘cielo’: è ben visibile e, pur essendo un pezzo unico, è, il più delle volte, costituita da una serpentina interna e una esterna che vengono alimentate insieme o separatamente;
- resistenza inferiore: è, come facilmente intuibile, alloggiata sul fondo ed è nascosta;
- resistenza circolare centrale: è presente nei forni ventilati ed è riconoscibile per la forma dalla quale prende il nome.
Queste parti del forno si surriscaldano per produrre calore ma, se anche una sola di loro ha il filamento interno alla serpertina rotto o spezzato, di certo il forno non scalda più.
- Togliete il pannello posteriore del forno e sostituite la resistenza rotta.
3. Il commutatore
Se il vostro forno non scalda o scalda poco o addirittura per nulla allora vuol dire che questo componente fondamentale dell’elettrodomestico non riesce ad inviare corrente alle resistenze.
- Togliete il pannello superiore del forno e controllate lo stato del commutatore
- Scattate una foto con il vostro fedele cellulare per ricordarvi, in seguito, la precisa posizione dei cavi e la posizione di ogni altra componente
- Staccate con le pinze i cavi che collegano il commutatore e osservatelo bene per individuare punti di bruciatura.
- Se si è fuso andate a comprarne uno identico e rimontatelo secondo la fotografia.
Il problema quando il forno non scalda o scalda molto poco può dipendere, però, anche dai fili del cablaggio. Questi potrebbero essersi spezzati o staccati e in questo caso dovete arrendervi e telefonare ad un tecnico specializzato.
Potrebbe verificarsi anche un danno al contaminuti digitale e, anche in questo caso, se il forno non scalda è sicuramente consigliabile chiamare un esperto per evitare di peggiorare le cose data la difficoltà della eventuale sostituzione del pezzo. In fondo ci avete provato.
Usare il condizionatore come deumidificatore
5 consigli utili per usare il condizionatore come deumidificatore al meglio
E’ molto importante tenere sotto controllo il livello di umidità degli ambienti domestici perché l’umidità può dar luogo a muffe, accumuli di condensa e cattivi odori a lungo andare nocivi alla nostra salute.
Senza contare che infiltrazioni di umidità possono causare rotture, perdite e fastidiosi effetti alle pareti e ai soffitti.
Ecco dunque che scegliere un deumidificatore o usare il condizionatore come deumidificatore permette di risparmiare energia, rispetto all’uso completo di un climatizzatore, e offrire un’ambiente più confortevole a chi vive all’interno di una stanza dotata di condizionamento.
Se ci pensate bene a volte il vero fastidio non è dato dalle temperature alte, o perlomeno, non esclusivamente.
È piuttosto l’umidità ad influire moltissimo sulle condizioni di benessere del singolo individuo che a parità di temperatura, avverte un forte disagio di fronte ad alti livelli di umidità.
Per contrastare questi alti livelli di umidità all’interno di un ambiente domestico chiuso è utile infatti l’intervento di un deumidificatore, che nasce appositamente a questo scopo.
Va benissimo anche usare il condizionatore come deumidificatore, aggiungendo, se volete, all’azione di deumidificare l’aria quella di rinfrescarla.
Mentre il deumidificatore funziona in tutte le stagioni, è importante sapere che il climatizzatore deumidifica solo in regime di raffreddamento, mentre interrompe questa funzione in caso di riscaldamento.
E’ anche vero che in inverno c’è meno bisogno di deumidificare gli ambienti e si può scegliere di farlo in altri modi, con vaschette apposite presenti da tempo in commercio, a bassissimo prezzo, per esempio.
Il vero vantaggio arriva con la bella stagione, quando, avendo un condizionatore, si è liberi di scegliere tra diverse modalità di azione.
Si può infatti usare il condizionatore come deumidificatore oppure unire alla sensazione di benessere, assicurata dalla diminuzione di umidità all’interno dell’ambiente domestico, l’azione di raffreddamento dell’aria propria del condizionatore.
Chiudiamo questa breve guida su come usare il condizionatore in modalità deumidificatore con 5 consigli preziosi:
- In aggiunta alla funziona caldo e freddo, il climatizzatore ha anche la funzione dry che potete individuare sul telecomando con il simbolo di una goccia d’acqua. Questa funzione ci permette di usare il condizionatore come deumidificatore.
- Ogni deumidificatore e ogni condizionatore hanno una capacità di raccolta ed espulsione di acqua che viene indicata direttamente nella scheda e nel manuale d’istruzioni d’uso dell’apparecchio. Leggetela con attenzione e valutate bene le vostre necessità prima di procedere all’acquisto.
- Se scegliete di usare il condizionatore come deumidificatore, senza la modalità di raffreddamento dell’aria, andrete incontro a un non indifferente risparmio energetico, che scoprirete subito, fin dalla prima bolletta. Il deumidificatore o il condizionatore in modalità deumidificatore, infatti, consuma fino ad oltre la metà dell’energia richiesta da un condizionatore.
- Se utilizzate un condizionatore mobile spostatelo al centro della stanza che dovete deumidificare, così da diffondere i benefici in maniera uniforme su tutto l’ambiente.
- Se notate delle macchie di umidità limitate o delle incrostazioni sulle pareti, spostate il getto del condizionatore mobile direttamente su di esse. Può essere un modo economico di risolvere piccoli problemi di umidità senza richiedere l’intervento di personale specializzato.
Quale lavatrice scegliere?
Breve guida su quale lavatrice scegliere in base alle proprie esigenze
In commercio troviamo una vasta gamma di modelli di lavatrice, ma cosa dobbiamo davvero considerare al momento dell’acquisto? Quali caratteristiche deve avere l’elettrodomestico che fa al caso nostro?
Se non sapete quale lavatrice scegliere abbiamo raccolto in questo articolo alcune informazioni che potrebbero esservi di aiuto.
1. Le dimensioni
La prima cosa da considerare se non sapete quale lavatrice scegliere è lo spazio in cui dovete inserirla.
Esistono infatti tre tipologie di lavatrice se valutiamo le dimensioni:
- con carica frontale profonda 60 cm (la classica)
- con carica dall’alto (ideale quando c’è poco spazio)
- slim con carica frontale (per chi ha poco spazio, ma non intende rinunciare all’apertura classica)
Le lavatrici che appartengono al primo gruppo, quelle classiche, sono le più diffuse sul mercato e quindi il modello sul quale i produttori investono di più.
Per questo rispetto alle altre due tipologie di lavatrice offrono migliori prestazioni di lavaggio.
I modelli più venduti negli ultimi anni sono quelli con grande capacità di carico e un numero di giri più alto: sono più costosi, ma anche tecnologicamente avanzati.
2. I giri della centrifuga
Il numero dei giri della centrifuga è un altro fattore da considerare se non sapete quale lavatrice scegliere.
Anche se 1000 giri sono più che sufficienti per il bucato quotidiano, in commercio troviamo lavatrici con numero di giri differente:
- 800 giri (lavatrici di marchi minori)
- 1000 e 1200 giri (i più diffusi)
- 1400 e 1600 giri (nei modelli meno diffusi e più costosi)
La velocità della centrifuga serve ad estrarre l’acqua dai capi al termine del lavaggio, ma in nessun caso li troveremo completamente asciutti.
I modelli da 1000 giri sono quelli più diffusi perchè garantiscono risultati soddisfacenti.
Un numero di giri più alto non assicura prestazioni nettamente migliori, anzi, l’alta velocità contribuisce nel tempo al deterioramento della macchina dal punto di vista meccanico.
3. La capienza
Le lavatrici possono accogliere dai 5 ai 12 kg di carico di bucato, ma diciamo che la capienza standard si attesta oggi intorno ai 7-8 kg di carico.
Certo, quale lavatrice scegliere da questo punto di vista dipende dal numero dei componenti della vostra famiglia e dalla quantità di bucato che dovete fare ogni giorno.
Ma attenzione, dalla capienza non dipendono le prestazioni di lavaggio.
4. Funzioni utili
Il dubbio su quale lavatrice scegliere può essere sciolto valutando una serie di funzioni utili:
- i sistemi di sicurezza, cioè i meccanismi anti trabocco e anti perdite di acqua.
Sono sistemi di scarico, di blocco o anti schiuma che partono autonomamente in caso di guasto. - Il consumo di energia elettrica che possiamo valutare leggendo l’etichetta energetica che troviamo per legge su tutti i modelli. Le classi vanno da A+ fino a D e anche se le lavatrici oggi hanno consumi notevolmente ridotti possiamo riscontrare piccole variazioni a seconda dei modelli.
Il consumo energetico dipende dal riscaldamento dell’acqua è quindi consigliabile scegliere cicli di lavaggio inferiori a 40°C che sono efficaci come gli altri.
- Le lavatrici in commercio utilizzano poca acqua e sono quindi un po’ deboli dal punto di vista del risciacquo.
Utilizzare poco detersivo aiuta questa fase del lavaggio.
Si può scegliere un modello con la funzione risciacquo extra che però comporta un maggiore consumo di acqua.
- La temperatura: si lava a 60°C solo se è necessario igienizzare i capi, mentre per il bucato di ogni giorno va bene lavare a 30 o 40°C.